Sistemi di videosorveglianza sui luoghi di lavoro: normativa, permessi, procedure
Installare sistemi di videosorveglianza nei luoghi di lavoro è possibile? L’utilizzo di telecamere dove operano i lavoratori è legale? Sinteticamente la risposta è si, ma si tratta di un argomento complesso che richiede un’attenta analisi delle normative in vigore per evitare violazioni della privacy dei dipendenti.
Vediamo dunque la normativa di riferimento, i permessi da ottenere e le procedure da seguire per installare sistemi di videosorveglianza in azienda senza rischiare sanzioni e ricorsi.
La normativa di Riferimento
In Italia, la normativa di riferimento per l’installazione di sistemi di videosorveglianza sui luoghi di lavoro è rappresentata principalmente da:
- Statuto dei Lavoratori (Legge 20 maggio 1970, n. 300), in particolare l’articolo 4, che disciplina l’uso di strumenti che consentano il controllo a distanza dei lavoratori.
- Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati (GDPR - Regolamento UE 2016/679), che stabilisce i principi per la raccolta e il trattamento dei dati personali, tra cui le immagini.
- Codice della Privacy (D.Lgs. 196/2003, così come modificato dal D.Lgs. 101/2018), che integra il GDPR con le normative italiane.
L’articolo 4 dello Statuto dei Lavoratori prevede che i controlli a distanza siano installabili solo con accordo sindacale (RSA o RSU) o autorizzazione della Direzione Territoriale del Lavoro. La videosorveglianza senza permesso è illegittima, con conseguenze legali per il datore.
Secondo il GDPR, le telecamere devono rispettare il principio di proporzionalità: devono essere necessarie e non invasive, e i lavoratori devono essere informati chiaramente sulla loro presenza e sull’uso delle immagini.
Casi in cui è possibile installare sistemi di videosorveglianza nei luoghi di lavoro
L’installazione di telecamere all’interno degli ambienti lavorativi è consentita solo per alcune finalità specifiche, come:
- Motivi di sicurezza: Ad esempio, per prevenire furti, atti vandalici o per proteggere la sicurezza fisica di beni e persone.
- Tutela del patrimonio aziendale: In caso di rischio elevato per i beni dell’azienda (ad esempio, magazzini con merci di alto valore o aree di accesso riservato).
- Esigenze organizzative e produttive: Situazioni in cui il controllo è strettamente legato a necessità di gestione dei processi produttivi e non incide direttamente sull’attività lavorativa dei dipendenti.
Anche in questi casi, è comunque necessario seguire la procedura di autorizzazione o accordo sindacale.
Modalità di Autorizzazione
L’iter per installare un sistema di videosorveglianza sui luoghi di lavoro prevede la presenza sempre obbligatoria di:
- una relazione Tecnica che illustri dettagliatamente numero e disposizione delle webcam, durata delle registrazioni, chi è autorizzato a visionare le registrazioni, ecc…
- una specifica DPIA (Data Protection Impact Assessment) sulla tipologia di rischio, che integri la Documentazione già presente come previsto dal GDPR.
Gli altri obblighi possono variare a seconda della presenza o meno di rappresentanze sindacali:
1. In Presenza di RSA/RSU
L’azienda deve raggiungere un accordo preventivo con le rappresentanze sindacali aziendali. L’accordo deve definire:
- Le finalità della videosorveglianza.
- Le aree in cui verranno posizionate le telecamere.
- Le modalità di raccolta e conservazione dei dati.
2. In Assenza di RSA/RSU
Se non sono presenti rappresentanze sindacali, l’azienda deve richiedere l’autorizzazione alla Direzione Territoriale del Lavoro (DTL), presentando:
- Un’istanza formale che descriva il sistema di videosorveglianza.
- La motivazione per cui si ritiene necessaria l’installazione.
- Un documento che attesti il rispetto della normativa sulla privacy.
L’autorizzazione può richiedere tempi variabili e può essere soggetta a integrazioni o verifiche da parte degli ispettori del lavoro.
Problematiche di Privacy dei sistemi di videosorveglianza
L’installazione e l’uso improprio di sistemi di videosorveglianza possono comportare gravi rischi per la privacy dei lavoratori. Tra le problematiche principali:
- Controllo costante e violazione della dignità: Le telecamere non devono essere utilizzate per monitorare l’attività dei lavoratori in modo continuo e indiscriminato.
- Utilizzo delle immagini a fini disciplinari: Le immagini non possono essere utilizzate per scopi disciplinari, salvo che non siano state raccolte in modo conforme alla normativa.
- Mancata informativa: Non informare adeguatamente i lavoratori e non segnalare in modo chiaro la presenza delle telecamere costituisce una violazione della normativa sulla protezione dei dati personali.
Quando può essere utile un consulente
Dato il complesso quadro normativo e le implicazioni legali, è consigliabile rivolgersi a un consulente specializzato in privacy e diritto del lavoro come Sen Sistemi.
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Quello che possiamo fare per le aziende ad esempio è:
- Assunzione Incarico DPO: Siamo abilitati per assumere l’incarico di Data Protection Officer (DPO) per l’azienda, supervisionando tutte le questioni legate alla privacy.
- Analisi Preventiva dei Dati: Effettuiamo un’analisi approfondita dei dati trattati, identificando categorie, fonti e scopi del trattamento, verificando la corretta implementazione della normativa Whistleblowing.
- Verifica delle Misure di Sicurezza: Verifichiamo che tutte le misure di sicurezza richieste dalla legge siano implementate in modo adeguato alla protezione dei dati.
- Revisioni Periodiche Documento Programmatico: Eseguiamo revisioni regolari per garantire la conformità normativa e manteniamo aggiornato il Documento Programmatico della Sicurezza.
- Formare i responsabili interni: Assicurare che i referenti aziendali siano informati sui limiti e gli obblighi relativi alla gestione dei dati video.
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Negli ultimi mesi, Sen Sistemi ha supportato diverse realtà nell’implementazione di sistemi di videosorveglianza conformi alla normativa vigente. Tra i casi seguiti, abbiamo affiancato una RSA che, per garantire la sicurezza degli ospiti, necessitava di telecamere interne ed esterne, e un negozio specializzato nella rivendita di prodotti per capelli, che aveva bisogno di scoraggiare furti frequenti. In entrambi i casi, l’Ispettorato ha definito i limiti di ripresa (escludendo ad esempio spogliatoi, servizi igienici e locali di riposo) e stabilito la durata massima delle registrazioni, garantendo così il rispetto della privacy e dei diritti dei lavoratori.
Conclusione
L’uso della videosorveglianza nei luoghi di lavoro è legittimo solo se inquadrato in un rigido rispetto delle normative e con il coinvolgimento delle parti sociali. Pianificare l’installazione in modo corretto e trasparente non solo tutela i diritti dei lavoratori, ma protegge anche l’azienda da sanzioni e contenziosi. Rivolgersi a un consulente specializzato come Sen Sistemi è spesso la scelta migliore per garantire che ogni aspetto sia gestito con la massima professionalità e attenzione